PRESIDENTE

  • Messaggio di fine anno | M. Frey, Presidente, UN Global Compact Network Italia

    Il 2021 ha visto il mondo intero impegnato, per il secondo anno, nella lotta alla pandemia ed ha rivelato le importanti conseguenze economiche e sociali del prolungato stato di emergenza. Parallelamente, l’avanzamento dell’Agenda 2030 è diventato più urgente e complesso. Al livello globale, lo sviluppo sostenibile ha registrato un sensibile rallentamento dovuto al fatto che l’emergenza pandemica ha concentrato tutti gli sforzi attorno al tema della salvaguardia della salute pubblica, non a caso l’SDG 3 è ormai al centro dell’attenzione nei principali Paesi del mondo. Per tale motivo, e considerato che sono passati 6 anni dall’emanazione dell’Agenda 2030, rimettere gli altri SDGs al centro dell’azione politica ed economica è ora più prioritario che mai.

    Il Global Compact delle Nazioni Unite ha rinnovato più volte, durante l’anno, l’appello al settore privato globale a compiere azioni veramente audaci per contrastare il rischio di passi indietro nella “just transition” e proseguire il cammino verso un modello di sviluppo equo, inclusivo e rispettoso dell’ambiente.

    Al contempo, la partecipazione italiana al progetto dell’ONU è cresciuta molto nel 2021: 120 nuove aziende sono entrate a far parte dell’UN Global Compact, che in Italia raggiunge oggi i 402 aderenti business e 476 aderenti totali.

  • Messaggio di fine anno e Programma attività 2023

    L’anno che sta volgendo al termine da una parte ha visto il graduale allentamento delle misure restrittive connesse alla crisi pandemica, dall’altra ha drammaticamente registrato il ritorno della guerra nel continente europeo. La deflagrazione del conflitto in Ucraina ha provocato un’ulteriore emergenza umanitaria e la movimentazione di oltre 7,4 milioni di persone secondo i dati più recenti dell’UNHCR. Persone che hanno perso la propria casa, il proprio lavoro e, quindi, un reddito.

    Ogni guerra, in corso al livello globale, rallenta il cammino verso lo sviluppo sostenibile, sia sul piano sociale facendo crescere la povertà e la condizione di fragilità umana con la distruzione delle infrastrutture e dei servizi di base, sia su quello ambientale con un aumento delle fonti di inquinamento e la distruzione di aree naturalistiche e biodiversità. Le ripercussioni economiche non possono che essere enormi poi, con la chiusura o interruzione di quasi tutte le attività produttive sul territorio interessato dal conflitto unitariamente ad un’ondata di inflazione, instabilità, difficoltà nei trasporti e scarsità di approvvigionamenti sui mercati internazionali.