Lo scorso 28 marzo, il Network italiano del Global Compact delle Nazioni Unite ha avviato il Tavolo di Lavoro sul Sustainable Procurement, con lo scopo di creare uno spazio di approfondimento, confronto e scambio di esperienze sul tema della gestione sostenibile delle catene di fornitura, coinvolgendo, oltre a rappresentanti aziendali della funzione sostenibilità, anche quelli della divisione acquisti. Le filiere rappresentano, infatti, un elemento trasversale, che lega la dimensione sociale, ambientale ed economica e tramite il quale il settore privato può avere un impatto concreto e positivo per l’avanzamento dell’Agenda 2030.

Nel corso del primo incontro del Tavolo di Lavoro, le realtà imprenditoriali partecipanti hanno avuto l’occasione di confrontarsi sulle proprie esperienze in ambito di Sustainable Procurement, con particolare riferimento alla dimensione ambientale. Uno dei principali temi emersi è stato quello dell’importanza del coinvolgimento delle catene di fornitura nelle strategie di riduzione delle emissioni, che restano una componente primaria dell’Azione per il Clima da parte delle aziende. Per progredire efficacemente verso un’economia net-zero e raggiungere gli obiettivi fissati dall’Accordo di Parigi, appare infatti sempre più chiaro come sia necessario lavorare anche sulle emissioni indirette generate lungo la filiera (Scope 3), che sono oltre cinque volte maggiori rispetto a quelle derivanti dalle attività di Scope 1 e 2.

Sono state poi esaminate le sfide riscontrate nei processi di integrazione dei criteri ESG lungo le catene di approvvigionamento e le opportunità che possono derivare dall’assicurarsi una supply chain più sostenibile, attenta alle tematiche ambientali e all’uso efficiente delle risorse. Infine, è stato approfondito il tema delle policy e degli strumenti di verifica necessari per una gestione delle catene di approvvigionamento in chiave sostenibile, con un focus sulla dimensione ambientale.

Dalla discussione condotta in gruppi più ristretti e divisi per settori merceologici similari, sono emerse molteplici sfide. Anzitutto, la profonda frammentazione delle filiere rende complesso sia il pieno coinvolgimento di tutti gli attori interessati, sia la creazione di partnership di valore e di lungo periodo. Altri elementi che presentano importanti criticità sono la raccolta di dati ed informazioni coerenti e consistenti relative all’intera catena di approvvigionamento e la difficoltà di far comprendere appieno al fornitore l’importanza di ridurre le proprie emissioni, soprattutto in casi di supply chain localizzate all’estero. Infine, la necessità di aderire a nuove regolamentazioni ambientali più stringenti in materia di gestione delle filiere (a monte e a valle), richiede la presenza di una struttura aziendale interna sempre più solida e competente. Tuttavia, i partecipanti al Tavolo di Lavoro hanno concordato sul fatto che il sustainable supply chain management comporti numerose opportunità per le aziende, tra cui il miglioramento della reputation, l’aumento di capitali e investimenti finanziari e, di conseguenza, la creazione di un vantaggio competitivo per l’azienda; la formazione di nuove partnership e linee di business con i fornitori; la possibilità di generare un impatto positivo sulle comunità locali e migliorare l’ambiente a beneficio della collettività. Infine, è stata evidenziata la necessità di creare tool e piattaforme multistakeholder di tipo settoriale per la raccolta di dati omogenei sui fornitori, che possano fungere da spazio di condivisione di informazioni sulle supply chain, migliorando la tracciabilità dei prodotti e dei materiali e, quindi, la trasparenza dei processi. Il coinvolgimento dei fornitori è quindi essenziale per poter raggiungere gli obiettivi climatici fissati dall’azienda.

Daniela Bernacchi, Executive Director del Network italiano del Global Compact ONU, nel suo intervento di introduzione al Tavolo di lavoro, ha sottolineato l’importanza per il settore privato di lavorare sulle catene di fornitura, affermando: «Secondo quanto emerso dall’ultimo CEO Study, pubblicato da UNGC e Accenture a gennaio 2023, le imprese aderenti all’iniziativa onusiana posizionano la dimensione delle supply chain al primo posto tra le sfide di sostenibilità più importanti. Per poter affrontare le problematiche globali attuali, tra cui l’emergenza climatica, le aziende devono rendere le proprie filiere più resilienti, riducendone le emissioni ed evitando al contempo gli impatti negativi sui diritti umani e i lavoratori.»

Successivamente, introducendo il tema dell’economia circolare all’interno delle supply chain, Marco Frey, Presidente di UNGCN Italia, nonché Professore Ordinario dell’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna, ha affermato: «Questo paradigma è considerato strategico per il nostro Paese, poiché le imprese si trovano ad operare in un contesto di crescente scarsità di risorse. Sono quindi chiamate a stimolare la circolarità a monte - lavorando sui materiali e sul design - e a valle delle filiere. Per farlo, è necessario per le imprese dotarsi di strumenti per la selezione e l’accreditamento dei fornitori che tengano in considerazione criteri di circolarità, preferendo, ad esempio, quelli più vicini geograficamente, oppure che utilizzano sistemi di gestione ambientale, o che forniscono un servizio di take-back. La chiave dell’approccio con le catene di fornitura è quella della co-progettazione e di sviluppo congiunto di innovazione, sfruttando le tecnologie per consentire la comunicazione e la tracciabilità tra le imprese e i propri fornitori.»

Il Tavolo di Lavoro sul Sustainable Procurement vede il coinvolgimento di oltre 30 aziende italiane aderenti a UNGC, sia di grandi, che di piccole e medie dimensioni, operanti in diversi settori, tra cui quello energetico e multi-utility, dei trasporti, dell’automotive, della difesa, del food, del retail, della moda e della comunicazione.

Nell’ambito del percorso sono previsti altri due incontri, durante i quali il tema della gestione sostenibile delle catene di fornitura verrà approfondito con particolare attenzione agli aspetti sociali e di governance. A chiusura del percorso, si terrà un evento conclusivo in cui verranno coinvolti anche i fornitori delle aziende partecipanti.

Le attività del Tavolo sono implementate con il supporto di Edison. In occasione del primo incontro, è intervenuta Barbara Terenghi, Chief Sustainability Officer & CEO’s Office Director di Edison, affermando: «Nonostante il periodo attuale estremamente critico sul tema della sicurezza e degli approvvigionamenti energetici, un’azienda come la nostra ha comunque la responsabilità delle proprie catene di fornitura – formate principalmente da PMI. Deve accompagnarle nel percorso di sostenibilità, condividendo obiettivi e strumenti, soprattutto in occasioni di engagement legate al contesto locale.»

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