Lo studio “Le aziende italiane e la tutela del capitale naturale per contrastare il cambiamento climatico” è stato promosso dal Global Compact Network Italia, in collaborazione con The European House – Ambrosetti e l’Università Ca’ Foscari di Venezia e presentato in anteprima a COP30 durante un evento di lancio internazionale all’interno del Padiglione Italia.
La ricerca, che analizza 169 grandi aziende italiane obbligate alla rendicontazione di sostenibilità a partire dal FY2024 (escludendo banche e assicurazioni), ha coinvolto 115 imprese aderenti al Network, e vuole offrire una fotografia dell’impegno delle imprese italiane nel contrasto ai cambiamenti climatici, a partire dalla tutela del capitale naturale e dalla conservazione della biodiversità, analizzando strumenti, metodologie e livello di integrazione di tali tematiche nelle strategie aziendali.
I risultati evidenziano due messaggi chiave:
- la relazione tra crisi climatica e perdita di capitale naturale e biodiversità è ormai riconosciuta anche dal mondo aziendale: il 77% delle imprese identifica il cambiamento climatico come principale fattore di degrado degli ecosistemi, mentre l’82% riconosce il valore strategico delle 𝑛𝑎𝑡𝑢𝑟𝑒-𝑏𝑎𝑠𝑒𝑑 𝑠𝑜𝑙𝑢𝑡𝑖𝑜𝑛𝑠 per mitigare le emissioni e favorire la resilienza ambientale;
- circa la metà delle big company ha già messo in atto misure concrete, contro il 44% delle medie e il 29% delle piccole aziende. Tuttavia, la maggior parte dei settori mostra una dipendenza dai servizi ecosistemici superiore agli impatti positivi che genera, evidenziando la necessità di passare da un approccio di dipendenza a un approccio proattivo nature-positive, capace di creare valore condiviso lungo tutta la filiera.






