Nella primavera del 2021, l’UN Global Compact Network Italia ha commissionato ad IPSOS (Istituto di analisi e ricerche di mercato) un’indagine orientata ad approfondire il tema dell’inclusione degli stranieri all’interno delle aziende attive sul territorio nazionale; l’eventuale impatto della pandemia di Covid-19 sull’impegno per il people management degli attori business coinvolti; la presenza al livello organizzativo di programmi di responsabilità sociale d’impresa volti alla valorizzazione delle differenze.

La ricerca ha previsto un campione allargato e un focus specifico sulle aziende italiane aderenti al Global Compact delle Nazioni Unite evidenziando, nei risultati, come i partecipanti all’iniziativa onusiana abbiano una più spiccata attenzione per Inclusion & Diversity – temi sui quali il network italiano ha dato vita a un ampio Osservatorio - ma al contempo ne colgano con maggior consapevolezza le difficoltà.

Gli esiti dello studio “Difficoltà ed opportunità d’inclusione degli stranieri in azienda”, sono stati presentati per la prima volta all’interno della sesta edizione dell’Italian Business & SDGs Annual Forum (19 ottobre 2021), l’appuntamento annuale dell’UN Global Compact Network Italia promosso con l’obiettivo di creare un’occasione di dialogo e confronto tra rappresentanti del mondo delle aziende, delle Istituzioni, della società civile, di enti accademici e di ricerca, sul ruolo che il settore privato è chiamato a giocare per il raggiungimento dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite.

L’edizione 2021 dell’SDG Forum ha approfondito il tema delle migrazioni e analizzato le azioni attraverso cui il settore privato può generare opportunità economiche e di business, garantendo condizioni di lavoro dignitoso.

Quello delle migrazioni è un fenomeno che ha da sempre caratterizzato la storia e le società e che, negli ultimi decenni, ha visto un’accelerazione per le migrazioni forzate dovute al cambiamento climatico e ai conflitti, che si aggiungono alle migrazioni per motivi economici. Secondo i dati ISTAT, dal 2010 ad oggi, gli stranieri residenti in Italia sono passati da 3,65 a 5,26 milioni (+44%) e rappresentano l’8,7% della popolazione. Gli occupati stranieri in Italia sono 2,5 milioni e negli ultimi dieci anni sono aumentati di 600 mila unità (+31% dal 2010). Questi lavoratori producono il 9,5% del PIL italiano, ovvero 147 miliardi di euro, ma il loro potenziale è frenato da lavoro nero e dalla presenza irregolare; inoltre, la maggior parte dei lavoratori stranieri regolari è occupato prevalentemente nelle professioni meno qualificate, seppure il 12% dei migranti siano laureati. Esiste, quindi, un rischio di esclusione sociale.

Con l’SDG 8 - Lavoro dignitoso e crescita economica, l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite pone come priorità il tema del lavoro dignitoso per il raggiungimento di un futuro più prospero e sostenibile: il lavoro dignitoso crea, infatti, vantaggi non solo per i singoli lavoratori e per le loro famiglie, ma per tutta l’economia locale. Il potere di acquisto alimenta la crescita e lo sviluppo di imprese sostenibili, in particolare delle piccole imprese, che a loro volta sono in grado di assumere più lavoratori, migliorandone la retribuzione e le condizioni, riducendo le disuguaglianze e accrescendo le capacità di resistenza. Il lavoro dignitoso, inoltre, aumenta il gettito fiscale degli Stati, che sono quindi in grado di finanziare politiche sociali per proteggere coloro che non riescono a trovare un lavoro o sono inabili al lavoro. L’SDG 8, dunque, è strettamente legato all’avanzamento di altri obiettivi come l’1 – Eliminazione della Povertà, il 4 - Educazione di Qualità, il - 10 Riduzione delle Disuguaglianze, il 16 - Pace, Giustizia e Istituzioni Forti. Il tema del lavoro è, inoltre, fondamentale all’interno dei Dieci Principi dell’UN Global Compact e viene chiesto alle aziende aderenti di sostenere la libertà di associazione dei lavoratori e riconoscere il diritto alla contrattazione collettiva, l’eliminazione di tutte le forme di lavoro forzato e obbligatorio, l’effettiva eliminazione del lavoro minorile, l’eliminazione di ogni forma di discriminazione in materia di impiego e professione.

L’inclusione economica sociale dei migranti è, quindi, prima di tutto un obiettivo morale, che ci dicono le evidenze, si traduce positivamente anche nella produzione di ricchezza per il Paese. Le aziende possono fare molto per raggiungere questo obiettivo e per dare un volto umano al mercato globale.

 

» REPORT DEI RISULTATI

 

L’UN Global Compact Network Italia ringrazia Andriani S.p.A. Società Benefit, che è suo “Membro Fondatore”, per il contributo offerto a sostegno della sesta edizione dell’SDG Forum e per la realizzazione della ricerca “Difficoltà ed opportunità d’inclusione degli stranieri in azienda”.

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