Agenda 2030: bisogna fare presto
- La sostenibilità oltre ad essere un impegno etico è un fattore di competitività
- Non agire non è un’opzione: una call to action per le imprese
A meno di cinque anni dal 2030, anno indicato per il raggiungimento degli impegni fissati dall’Agenda 2030, il mondo è in ritardo nel percorso di avanzamento dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e dei 169 target.
In occasione del 25° anniversario della nascita dell’UN Global Compact e in una fase storica nella quale alcuni Paesi stanno rivedendo le proprie politiche di sostenibilità e gli impegni sul clima, le 700 imprese e organizzazioni non profit italiane aderenti al Global Compact rinnovano la loro adesione ai Dieci Principi sui diritti umani, ribadiscono i loro impegni rispetto agli SDGs e confermano gli investimenti verso politiche che favoriscono una crescita inclusiva, la resilienza climatica e pratiche commerciali etiche.
L’esperienza di questi primi 25 anni di attività in Italia dimostra che la collaborazione e la condivisione delle buone pratiche è un fattore determinante per accelerare il cambiamento e favorire l’adozione di azioni di sostenibilità su larga scala.
La consapevolezza delle imprese rispetto alle loro responsabilità e al ruolo determinante che sono chiamate a giocare ha conosciuto una crescita esponenziale negli ultimi anni. La sostenibilità oltre ad essere un impegno etico si sta dimostrando anche un vantaggio competitivo. Integrare pratiche sostenibili nel modello di business consente alle aziende di rafforzare la propria resilienza, migliorare la reputazione e accedere a nuove opportunità di mercato.
I recenti cambiamenti di strategia in alcuni Paesi, come ad esempio gli Stati Uniti, possono rappresentare una sfida rispetto ad alcuni aspetti della sostenibilità aziendale. In questo scenario, le imprese di tutto il mondo, e in particolare quelle europee, sono oggi chiamate a proseguire sulla strada già tracciata, mantenendosi sulla frontiera dell’impegno responsabile.
Il contesto normativo dell’Unione Europea, con l’introduzione di regolamenti come la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), la Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD) e le successive semplificazioni del Pacchetto Omnibus, sta confermando da un lato l’importanza di una due diligence in materia di diritti umani e di ambiente, dall’altro la necessità che le procedure e gli adempimenti normativi siano accessibili e commisurate alle reali capacità delle imprese.
La trasparenza e la rendicontazione ESG, così come l’analisi e il monitoraggio delle performance e degli impatti sono elementi strategici per migliorare la competitività e la reputazione aziendale. Tornare a vecchi modelli economici non è sostenibile né dal punto di vista ambientale, né da quello economico e sociale. Le aziende che abbandoneranno la sostenibilità e non svilupperanno soluzioni adeguate al nuovo contesto correranno il rischio di attrarre minori investimenti e riscuotere meno fiducia da parte e degli stakeholder.
Le sfide globali richiedono un’azione immediata e concreta. É importante mantenere equilibrio e complementarità tra la collaborazione multilaterale fra Paesi su obiettivi comuni di sostenibilità (come dovrà accadere ad esempio nella futura COP30 sul clima) e la capacità delle imprese di contribuire nel proprio Paese a creare valore per le comunità e per il territorio, aumentando la resilienza e alimentando una fiducia che nasce dai cittadini. L’Unione Europea, con il Clean Industrial Deal sta delineando un quadro volto a favorire un’economia più responsabile e trasparente, permettendo di concentrarsi sugli aspetti della sostenibilità fondamentali in una visione di lungo termine che può essere apprezzata dagli investitori e dalle istituzioni finanziarie.
L’UN Global Compact continuerà a supportare le imprese in questo percorso verso lo sviluppo sostenibile per un mondo più giusto, inclusivo ed equo, garantendo uno spazio di dialogo accogliente e aperto e offrendo strumenti, formazione e piattaforme di confronto per affrontare le sfide della transizione.
Informazioni sul Global Compact delle Nazioni Unite
Con più di 22.000 aziende e oltre 2.500 firmatari non profit con sede in 167 Paesi e 63 reti locali, il Global Compact delle Nazioni Unite, è la più grande iniziativa mondiale per la sostenibilità aziendale. È un’iniziativa multistakeholder del Segretario Generale dell’ONU che ha il mandato di guidare e accompagnare la comunità imprenditoriale globale nel promuovere gli obiettivi e i valori delle Nazioni Unite attraverso pratiche aziendali responsabili. Il Global Compact non è vincolato alle scelte politiche di un singolo Paese, ma si fonda su risoluzioni dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, garantendo una visione indipendente e di lungo periodo orientata allo sviluppo sostenibile.
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Scheda
La sostenibilità fa bene alle imprese e alla società nel suo insieme: qualche dato
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Tra il 2011 e il 2023, le aziende S&P 500 che avevano pubblicato un rapporto di responsabilità sociale d’impresa sono passate dall’11 al 98%1.
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Sempre più evidenze dimostrano che la sostenibilità è un fattore strategico, indice del benessere delle imprese.
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Un'analisi di McKinsey mostra ad esempio che le aziende che ottengono una crescita e una redditività superiori rispetto ai loro competitor, migliorando al contempo la sostenibilità e i criteri ESG, hanno registrato un rendimento totale per gli azionisti (TSR) annuo superiore di 2 punti percentuali rispetto alle aziende che si sono distinte solo per le metriche finanziarie.2
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Secondo una un’indagine Centro Studi Tagliacarne – Unioncamere, in Italia “gli investimenti green hanno garantito alle imprese maggiori possibilità di aumentare produzione, fatturato, occupazione ed export. Infatti, il 29% delle imprese che hanno investito nel green ha visto crescere la propria produzione contro il 22% delle imprese che non lo hanno fatto. Allo stesso modo, fatturato, occupazione ed export sono cresciuti rispettivamente nel 32%, 23% e 24% delle imprese con investimenti green, contro il 25%, 15% e 20% delle imprese che non hanno investito nel green. Pertanto, investire in attività green fa crescere di 6-7 punti percentuali la possibilità delle imprese di conseguire migliori performance aziendali”.3
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Una ricerca ISTAT conferma “l’effetto positivo e statisticamente significativo tra le iniziative di sostenibilità adottate dalle imprese e la loro crescita economica, limitato però alle aziende che presentano un elevato orientamento alla sostenibilità ambientale”4.
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L’impegno delle imprese dovrà vedere un’accelerazione decisiva anche sul fronte sociale con potenzialità di miglioramento sono significative:
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ad esempio, in media, in alcuni Paesi, il PIL pro capite a lungo termine sarebbe quasi del 20% più alto se si colmassero i divari occupazionali di genere.
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Inoltre, quando i Consigli di Amministrazione sono bilanciati sul piano del genere, le imprese hanno il 20% in più di probabilità di ottenere risultati aziendali migliori. La gender equality sul luogo di lavoro può aiutare a sbloccare oltre 12 trilioni di dollari di nuovo valore di mercato legato agli SDGs.5
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Dimensione ambientale e sociale sono strettamente correlate: il cambiamento climatico e i danni ambientali impatteranno negativamente sulla dimensione sociale, con migrazioni forzate stimate dalla Banca Mondiale attorno ai 216 milioni di persone entro il 2050,6 perdita di posti di lavoro e aumento del costo della vita, a causa della diminuzione di risorse naturali e della difficoltà di accesso a beni primari come ad esempio l’acqua.
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1 Fonte: Governance & Accountability Institute
2 Fonte: The triple play: Growth, profit, and sustainability
3 Fonte: GreenItaly 2024, Un’economia a misura d’uomo contro le crisi, I Quaderni di Symbola, pp. 170-171
4 Fonte: Sostenibilità ambientale e performance economica delle imprese manifatturiere, Istat, Maggio 2025, p. 8
5 Fonte: Forward Faster, UN Global Compact
Contatti
UN Global Compact Network Italia
Ufficio stampa
Laura Lamberti –