Alle imprese è richiesto di sostenere l'eliminazione tutte le forme di lavoro forzato e obbligatorio

 

Per lavoro forzato o obbligatorio si intende qualsiasi lavoro o servizio a cui un individuo viene costretto con la minaccia di ritorsioni o per il quale questa persona non si sia offerta volontariamente. Una retribuzione economica o una compensazione di qualsiasi tipo data ad un lavoratore non è sufficiente a garantire che non si tratti di lavoro forzato o obbligatorio. Il lavoro dovrebbe essere offerto liberamente ed il lavoratore dovrebbe essere libero di licenziarsi nel rispetto di regole stabilite.

Il lavoro forzato priva le società dell’opportunità di sviluppare risorse umane per il mercato odierno e di far crescere bambini capaci e opportunamente istruiti per il mercato del lavoro di domani. Delle conseguenze negative del lavoro forzato sono vittime gli individui, in particolare i bambini, ma ne risentono negativamente le stesse economie poiché il degrado del capitale umano e della stabilità sociale determina investimenti insicuri. Ritardando lo sviluppo adeguato delle risorse umane, il lavoro forzato inficia il livello della produttività e la crescita economica della società in generale.

Per quanto le imprese che operano nella legalità non adottino normalmente queste pratiche, esse possono indirettamente esserne complici attraverso i loro fornitori e contraenti. Per tanto tutti i manager dovrebbero essere consapevoli delle diverse forme e cause del lavoro forzato e di come potrebbero incorrere in fenomeni di questo tipo.

Il lavoro forzato e obbligatorio può assumere diverse forme:

  • schiavitù;
  • lavoro per debiti: una pratica antica, ancora in uso in alcuni paesi, che consiste nel fatto che adulti e bambini vengano obbligati a lavorare in condizioni di schiavitù per pagare debiti propri o dei propri parenti;
  • lavoro minorile in condizioni di particolare abuso in cui i bambini sono costretti a lavorare;
  • il lavoro dei detenuti se essi vengono messi forzatamente a disposizione di privati, imprese o associazioni, senza la supervisione delle autorità pubbliche;
  • lavoro forzato per svolgere incarichi richiesti dall’autorità ad esempio nell’edilizia, nell’agricoltura o nei lavori pubblici;
  • lavoro per punire individui che abbiano espresso opinioni o ideologie in contrasto con il sistema politico sociale o economico esistente;
  • pratiche di sfruttamento come straordinari obbligatori o depositi finanziari obbligati.

Le imprese dovrebbero innanzitutto verificare se nelle proprie attività ci siano o ci siano stati episodi di lavoro forzato. E’ importante ricordare che per quanto i casi più gravi si riscontrino nei paesi in via di sviluppo, il lavoro forzato è presente anche nei paesi industrializzati e deve essere pertanto affrontato come un problema mondiale.

Comprendere le cause del lavoro forzato è il primo passo da intraprendere per poterlo combattere. Sono poi necessari una serie d’interventi per affrontare non solo i bisogni individuali dei lavoratori forzati, ma anche quelli delle loro famiglie. Pertanto se vengono individuati casi di lavoro forzato, non solo questi individui devono essere assistiti, ma devono essere date loro alternative adeguate.

In generale una combinazione adeguata di azioni sul luogo di lavoro e nelle comunità in cui si opera, è necessaria per sradicare le pratiche di lavoro forzato.

Sul posto di lavoro:

  • dare a tutti i lavoratori una copia del contratto di lavoro in cui siano chiaramente specificate le condizioni dell’impiego, la natura volontaria del lavoro, la libertà di rescindere il contratto (con le eventuali procedure), ed ogni penalizzazione nel caso di interruzione del rapporto di lavoro;
  • nel pianificare o condurre operazioni di mercato assicurarsi che non vi siano lavoratori costretti a schiavitù per debiti o qualunque altra forma di lavoro forzato. Nel caso in cui si dovesse verificare una tale situazione sottrarre immediatamente le persone coinvolte dal posto di lavoro, fornendo servizi adeguati e possibili soluzioni all’interno della comunità in cui si opera;
  • istituire politiche e procedure che proibiscano la richiesta ai lavoratori di versare depositi finanziari all’impresa;
  • nell’ assunzione di detenuti, fuori o dentro la prigione, assicurarsi che i lavoratori siano in possesso del permesso di lavorare con privati e che i termini e le condizioni del contratto siano le stesse di lavoratori liberi;
  • assicurarsi che in nessuna fase della produzione si verifichi lavoro forzato.

Nella comunità in cui opera :

  • assistere nella preparazione di linee guida per associazioni industriali, settoriali e piccole e medie imprese locali dove è noto che si ammettano la schiavitù per debiti o pratiche simili di lavoro forzato;
  • sostenere e coadiuvare progetti per lo sviluppo di programmi di istruzione, e formazione professionale e per la creazione di consultori per bambini sottratti al lavoro forzato;
  • aiutare lo sviluppo di corsi di formazione e sistemi di micro-credito per adulti sottratti al lavoro forzato;
  • incoraggiare programmi sanitari e nutrizionali per lavoratori sottratti al lavoro forzato pericoloso e provvedere ad un’assistenza sanitaria per quanti affetti da malattie professionali generate da lavoro forzato.