Si sta per chiudere un anno molto difficile, a causa della deflagrazione della pandemia di Covid-19 e ai suoi altissimi costi al livello umano, sociale ed economico. Il 2020 è stato, però, anche un anno importante per il Network italiano del Global Compact e, più in generale, per lo sviluppo sostenibile. Abbiamo, infatti, celebrato il primo Ventennale dell’UN Global Compact e inaugurato la “Decade of Action” per la realizzazione dell’Agenda ONU entro il 2030.

Di concerto con il Global Compact Office di New York e gli altri Network Locali, in particolare quelli europei, è stata lanciata una nuova call to action alle imprese di tutto il mondo per uno sforzo straordinario nell’integrazione dei Dieci Principi UNGC e dei diciassette SDGs al livello strategico, considerando non solo la dimensione interna ma l’intera sfera d’influenza delle organizzazioni, valutando i propri impatti sul mercato, a partire dalle catene di fornitura, sino all’intera comunità e alle istituzioni.

La realizzazione dell’Agenda 2030, come evidenziato nell’ambito del nostro quinto SDG Forum tenutosi a Roma nel mese di ottobre, registra un ritardo di circa cinquant’anni che rischia di essere ulteriormente aggravato dagli esiti della pandemia ancora in corso. Pertanto, la «transizione giusta» verso un mondo più inclusivo e sostenibile richiede azioni audaci da parte di tutti gli attori politici ed economici. Fra questi, un ruolo cruciale continua ad essere svolto dal settore privato.

Come evidenziato dal Progress Report UNGC, l’Italia è particolarmente impegnata sugli SDG 7 – Energia pulita e 9 – Industrializzazione sostenibile e infrastrutture, mentre resta ancora un grande potenziale da sviluppare sull’SDG 5 inerente alla gender equality. Per questo, lo scorso aprile, il Network ha scelto di dedicare il suo quinto CEO Meeting al ruolo delle imprese nella sfida di colmare il divario della parità di genere.  Oltre 25 Amministratori Delegati e Presidenti di aziende italiane di grandi e medie dimensioni, attive in vari settori produttivi, hanno preso parte ai lavori e 9 di queste hanno sottoscritto i WEPs – Women Empowerment Principles a seguito dell’incontro.

Nel corso dell’anno, il Network ha prontamente riconvertito – grazie ad un dispiego notevole di risorse - il suo programma di attività in modalità online per far fronte a tutte le disposizioni governative per la tutela della salute pubblica. L’attività di comunicazione è stata riconcepita con l’obiettivo di raccontare e valorizzare in chiave di sostenibilità la risposta all’emergenza pandemica delle nostre aziende ed organizzazioni aderenti. Parallelamente, abbiamo registrato una crescita continua della base italiana dell’UN Global Compact: solo nel 2020, hanno aderito 87 nuove aziende. A queste, si sono aggiunte 4 nuove realtà non profit.

Pertanto, ad oggi, gli aderenti italiani al progetto onusiano sono 375 (309 realtà business e 66 enti non profit). Di questi, 73 sono coinvolti al livello locale con lo status di “Membri Fondatori” (+15% rispetto al 2019).

Per il prossimo anno, auspicando un futuro in cui la sostenibilità sia ancora di più al centro, il Network italiano dell'UN Global Compact si pone come principali priorità tematiche percorsi su Climate Action e Gender, nonché un’attività continuativa su Diversity&Inclusion, ambiti nei quali promuovere un avanzamento significativo e strategico in linea con l’Agenda 2030. Si rafforza, inoltre, l’intenzione di attivare nuovi partenariati con Istituzioni nazionali o locali, Università, imprese di ogni dimensione e realtà associative del territorio, per far fronte insieme all’urgenza della sfida imposta dalla “Decade of Action”: meno di dieci anni ormai per dare un volto umano al mercato mondiale e per costruire il “futuro che vogliamo”.

Buon principio di 2021.

 

Marco Frey
Presidente, UN Global Compact Network Italia

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