ingranaggioCon oltre 2000 partecipanti, 1.500 utenti per la diretta streaming, circa 80 relatori italiani ed internazionali, il 9 novembre a Ecomondo – Rimini fiera - si è conclusa la V edizione degli Stati Generali della Green Economy in Italia. La sessione introduttiva dell’8 novembre mattina ha visto la presentazione della Relazione sullo stato della green economy (dedicata quest’anno alle imprese italiane green attive in Europa e nel mondo) oltre ad altri autorevoli interventi e alla presenza del Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti.

Nel pomeriggio, come di consueto, sono state organizzate diverse sessioni tematiche parallele, volte ad approfondire e dare voce a quelle tematiche che, nel corso dell’anno, sono risultate strategiche per lo sviluppo della green economy in Italia. La sessione “L’Agenda 2030 e il reporting non finanziario delle imprese” (tema di particolare attualità e centralità nel dibattito internazionale e nazionale), co-organizzata dalla Fondazione Global Compact Network Italia,  ha visto la partecipazione di varie aziende ed organizzazioni le quali, seppur con prospettive e sfide specifiche distinte, nell'occasione hanno manifestato il comune impegno per l’integrazione dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite all’interno delle strategie e dei processi produttivi e per il potenziamento dei processi di rendicontazione sulla sostenibilità.

L’Agenda 2030, con i suoi 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs), nasce per coinvolgere tutti gli attori dello sviluppo sostenibile, con particolare richiamo alla responsabilità del mondo imprenditoriale. A corroborare tale vision, si segnalano gli esiti della Survey promossa da UN Global Compact insieme ad Accenture: Strategy CEO Study 2016. Lo studio rileva che, per il 49% dei CEO intervistati, il settore privato deve essere l'attore principale nella sfida allo sviluppo e che, il 90% di questi, si sente direttamente responsabile nell’assicurare un ruolo della propria azienda in tale direzione.

A fronte di questi dati molto positivi va tuttavia evidenziato come, per alcuni SDGs e relativi target, non sia immediatamente chiaro come il settore privato possa dare un diretto contributo. Pochi sono, infatti, i target direttamente indirizzati al settore privato tra i quali, particolarmente aderente alla sessione parallela in oggetto, il target 12.6 (SDG 12 target 6) che richiama alla necessità di accountability da parte di grandi aziende e multinazionali.

Secondo gli esiti della Survey of Corporate Responsibility Reporting 2015, condotta da KPMG, in Italia si registra una qualità della rendicontazione delle informazioni non finanziare al di sopra della media europea ed internazionale. In questo contesto, il seppur virtuoso processo di recepimento della Direttiva non finanziaria 2014/95/CE, avrebbe potuto essere più ambizioso, estendendo il target di riferimento e progredendo verso un obiettivo di maggior comparabilità delle informazioni non finanziarie al livello nazionale ed europeo. Esempi richiamati di virtuose normative nazionali in tema di rendicontazione non finanziaria sono quella danese e quella svedese che, complessivamente, coprono più di 2000 imprese. In Svezia, inoltre, l’introduzione dell’obbligatorietà di rendicontazione secondo le linee guida GRI G4 ha consentito di assicurare un crescente livello di comparabilità e conformità delle informazioni divulgate.

Uno specifico focus è emerso anche sull’imprescindibile connubio sostenibilità – territorio. La necessità di promuovere “una crescita sostenibile dei territori” vede ancora una volta un ruolo chiave del settore privato in qualità di attore inserito in uno specifico contesto territoriale e sociale che fornisce alla singola organizzazione risorse umane, naturali, servizi, etc. Il tema delle Eco-City diviene un driver della sostenibilità al livello nazionale.

Passando alla condivisione delle esperienze, il panel composito di imprese multinazionali, PMI e aziende di pubblico servizio ha consentito di evidenziare come gli SDGs abbiano definito un linguaggio comune e condiviso e, in diversi casi, già costituiscano una lente di analisi e valutazione per la (ri)definizione delle strategie d’impresa e per la conduzione dei processi di rendicontazione e disclosure. Accanto ad eccellenze già manifeste, è emersa a gran voce anche l’importanza di una maggior attenzione e coinvolgimento delle PMI che, con la loro peculiarità, devono avere un ruolo chiave nel perseguimento dell'Agenda 2030 e sono il fulcro del tessuto imprenditoriale del nostro Paese.

 

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