Alle imprese é richiesto di sostenere l’eliminazione di ogni forma di discriminazione in materia di impiego e professione

 

Si definisce “discriminazione nell’impiego e nella professione” qualsiasi distinzione esclusione o preferenza che abbia l’effetto di annullare o determinare un trattamento che non rispetti l’equità e le pari opportunità applicata per ragioni legate a “razza, colore, sesso, religione, opinione politica, nazionalità o origini sociali”. Chiaramente le distinzioni basate strettamente su requisiti professionali non si considerano discriminazioni.

La discriminazione può emergere in una varietà di modi che vanno dall’accesso al lavoro, alla formazione professionale, al rispetto degli orari di lavoro, all’equa remunerazione, alle ore di riposo, alle vacanze retribuite, alla maternità, all’avanzamento di carriera, alla sicurezza e alla salute sul lavoro. In alcuni paesi ulteriori elementi di discriminazione sul luogo di lavoro stanno assumendo un’importanza crescente quali l’età o l’HIV.

Non discriminare significa semplicemente assicurasi che la selezione del personale venga effettuata sulla base della valutazione delle capacità professionali. I dipendenti che sperimentano la discriminazione sul lavoro vedono negate le loro opportunità e compromessi i loro diritti umani, questo determina influenze negative sugli individui e sul contributo che essi potrebbero dare alla società.

La discriminazione può assumere diverse forme, sia in merito all’opportunità di accedere ad un impiego e sia in merito al trattamento di dipendenti già assunti. La discriminazione è diretta quando esistono leggi o regole precise che la favoriscano sulla base di elementi quali il sesso o la razza. La discriminazione è indiretta quando nonostante le regole o le leggi vigenti siano apparentemente neutrali, esse di fatto favoriscono forme di esclusione. La discriminazione indiretta è più comune di quella diretta.

La discriminazione è nociva per le imprese in quanto restringe il bacino di risorse lavorative e professionali delle imprese stesse, rallentando la loro crescita economica. La mancanza di un clima di tolleranza si traduce nella perdita di opportunità di sviluppo di capacità professionali. In fine le discriminazione isola il lavoratore dalla sua comunità e danneggia la reputazione dell’impresa, compromettendo potenzialmente i suoi profitti e il suo valore azionario.

Prima di tutto le imprese dovrebbero rispettare le leggi locali e nazionali del paese in cui operano. Tutte le aziende che introducono misure per promuovere l’uguaglianza devono essere coscienti delle diversità di lingua, cultura e situazione familiare che possono esistere nella forza lavoro delle comunità in cui operano.

I manager dovrebbero essere a conoscenza delle diverse tipologie di discriminazione e di come esse possano colpire la forza lavoro. Particolare rilievo andrebbe dato all’assunzione di donne e di giovani. Infine le imprese dovrebbero promuovere l’uguaglianza sul posto di lavoro.

Le imprese possono adottare misure specifiche per affrontare la questione della discriminazione sul posto di lavoro ed eliminarla. Alcuni esempi possono essere:

  • istituire politiche e procedure interne all’impresa che pongano la qualifica, l’abilità e l’esperienza alla base delle assunzioni, del collocamento, della formazione e dell’avanzamento di grado del personale a tutti i livelli;
  • far sì che competa ai vertici dell’azienda la responsabilità del rispetto delle pari opportunità nell’impiego ed adottare politiche e procedure aziendali che applichino le regole delle pari opportunità;
  • attivare programmi per promuovere l’accesso a corsi di specializzazione per la riqualificazione professionale;
  • tenere un registro aggiornato sulle assunzioni, sulla formazione e sulle promozioni tale da fornire una visione trasparente sulle opportunità per i lavoratori di avanzare di grado all’interno dell’impresa;
  • qualora si verificasse un caso di discriminazione, sviluppare procedure ad hoc verso le quali indirizzare i reclami, gli appelli e fornire ai dipendenti l’opportunità di fare ricorso.

Fuori dal posto di lavoro le imprese dovrebbero comunque giocare un ruolo attivo nel combattere le discriminazioni, per esempio incoraggiando e sostenendo, all’interno della comunità, un clima di tolleranza e di pari accesso alle opportunità di lavoro per lo sviluppo dell’occupazione. Due esempi potrebbero essere i programmi di educazione per adulti e il sostegno di servizi per la salute e la sicurezza dei bambini.

In attività all’estero le imprese dovrebbero rispettare le tradizioni culturali e lavorare con i rappresentanti dei lavoratori e con le autorità governative, per assicurare uguali possibilità d’accesso al lavoro per le donne e le minoranze.